S. Michele - Guido Reni |
[don Gaetano ad Angela]
“Signora Angela, si calmi, la prego. Sì, sì, lo so che c’è un problema, seguo con attenzione la faccenda, mi creda. Noi non lasceremo solo il signor Luigi.
Mi faccia parlare! A volte bisogna saper percorrere strade tortuose, per far la volontà del Signore. Soprattutto quando bisogna superare le resistenze di chi si trincera dietro formalismi burocratici. Ma la Chiesa è saggia e sa come agire, in questi casi.
Però lei ci deve aiutare.
Il nostro Vescovo suggerisce un passo che può facilitare le cose. Se lei e il signor Luigi presentaste, ecco, una istanza di separazione, credo che potremo convincere la Direzione dell’Hospice.
No, mi dispiace, ma non posso concederle di consultarsi con lui. Questo no. L’anima di Luigi non può perdere di nuovo i meriti che ha appena acquisito.
Per cui accetti questa separazione come una prova, e non intralci più a lungo la nostra opera.”
[Adua a don Gaetano ]
“Ben fatto, padre! Sono proprio contenta che ci sia qualcuno che rimette le cose al proprio posto! Quanti anni ho dovuto aspettare questo momento! Quella ‘signora’ ha avuto quel che si merita, ora.
Ma, a parer mio, questo non basta. Non voglio insegnare a lei il suo mestiere, Dio me ne guardi. Ma un foglio di carta non dimostra nulla. Di fronte al Signore, voglio dire. Tutti sono capaci di essere buoni cristiani, a parole. Mi permetta, c’è chi non si farebbe scrupolo di prenderla in giro, caro Padre.
Bisogna mettere mio marito di fronte ad una scelta, una vera scelta. A qualcosa che dimostri a tutti la sua più profonda intenzione.
Vuole o non vuole redimersi? E allora lo dimostri. In maniera chiara. Senza tentennamenti. Tagli ogni ponte con quella là.
Lo so che non la vede più. Ma, via, che sacrificio è mai questo? Qualche giorno di lontananza non pareggia trent’anni di convivenza, le pare?
Anche perché la signora fra poche settimane erediterà tutti i suoi beni. Può fare sì qualche piccola rinuncia. Poi tanto avrà il suo conto in banca, ed è bello pesante, gliel’assicuro. Lui non ha voluto dirmelo, ma i resoconti che ho trovato nei cassetti del comò non mentono. E la casa, una signora casa. In un posto di lusso. E anche quell’appartamentino al mare. Ed i terreni. Insomma, un bel po’ di roba.
Che andrà tutta a lei.
A lei che non saprà nemmeno di che farsene, non come me che ho due figli a cui pensare.
Ecco quello che bisogna fare. Lei, Padre, deve convincerlo a fare testamento e togliere a quella donna tutto ciò che non è nella legittima. Quella, purtroppo, non le si può levare.
In questa maniera, se veramente mi restituisce quello che mi spetta – una parte, solo una parte in verità, di tutto quello che dovrei avere – allora avremo la prova che è sincero”.
[Il Vescovo ad Angela]
“Cara signora, quanto ho pensato a lei! La Chiesa segue con viva partecipazione il suo sofferto percorso. Don Gaetano mi tiene informato di ogni cosa. Lei e Luigi mi siete entrambi cari ed io voglio tutto il ben possibile per voi.
Ecco, io comprendo i suoi sentimenti, come un padre che vede la propria figlia soffrire per pene d’amore. Ma, da padre, non posso sottrarmi al mio compito di indicarle la giusta via. Perché un padre sa vedere al di là dell’oggi, sa superare la nebbia dei sentimenti che confonde la vista, sa discernere – perché più a lungo ha vissuto – le azioni sagge da quelle avventate.
Cara Angela, solo il cielo può giudicare il valore di quello che ha fatto fino ad ora. L’aver dato al nostro Luigi la possibilità di togliersi dal peccato, da uno stato penoso ed immorale, è un merito tanto più grande quanto più è stato sofferto.
Non lo getti via! Lasci che anche quest’ultimo atto si compia.
In fondo lei non ha molto da perdere. E’ vero, rinuncerà ad una parte, cospicua, dei beni di suo marito. Ma quello che le resta sarà sufficiente a garantirle una serena vecchiaia. E non ha da pensare ad altri che a se stessa.
Un tale patrimonio, anzi, le attirerebbe l’attenzione morbosa di lontani parenti o addirittura di sconosciuti, pronti a chissà cosa pur di accaparrarselo. Ci pensi.
Poi le vorrei far notare, per puro spirito di carità verso quello che ha di più caro, che una sua azione per bloccare questo meccanismo che ormai si è messo in moto, si rivolgerebbe fatalmente contro il nostro povero Luigi. Una sua opposizione porterebbe la curiosità della stampa verso questo caso e potrebbe indurre qualche magistrato ad un’indagine. Pensi alle conseguenze, allo scombussolamento che ne avrebbe lui. Interrogatori, atti da firmare, giornalisti fin dentro quella stanza che dovrebbe custodire in pace le sue ultime ore!
Ed io sarei costretto ad intervenire contro di lei, con tutta l’autorità che mi da questo anello pastorale. Ci pensi, signora Angela”
[Angela a Luigi (biglietto intercettato da don Gaetano e non consegnato)]
Luigi, come stai? Vorrei essere lì, vicino a te. Questa situazione mi pesa moltissimo. Ora ci chiedono di separarci anche legalmente. Tu cosa ne pensi? Per me è importante saperlo. Visto che non posso chiedertelo di persona, lo faccio con questo biglietto che affido all’infermiera.
Tu sai che dei soldi non me ne frega niente. Fanne quello che vuoi, che sarà ben fatto. Ma la separazione legale, no. Non mi pare giusto.
Comunque lascio ogni decisione a te. Fammi sapere cosa debbo fare. E sii forte, che io penso ogni istante a te.”
Nessun commento:
Posta un commento