Il posto della mente è una piccola oasi letteraria dove possiamo andare quando abbiamo bisogno di qualcosa di diverso. Di leggere, o scrivere storie. Storie inventate, come quelle che io, da principiante, sottopongo al vostro giudizio, oppure storie vere, piccoli "frammenti di vita" che scivolerebbero immediatamente nell'oblio se qualcuno di noi non li raccogliesse.

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martedì 28 febbraio 2012

Freddo [Roberta D'Angelo]



Mi piace.
Farmi cullare dal mare. Come una danza.
I piedi doloranti. Dopo aver ballato ore sulle punte.
Sciogliermi i capelli. Mentre mi manca ancora il fiato.
Così.
La schiena sul pavimento. Freddo.
Con la bocca aperta e il cuore che batte fortissimo.
Respirare a fondo.
E poi.
Poi di nuovo.
Piangere. Piangere ancora.
Ma stavolta soltanto per me.
Tutt’attorno c’è silenzio.
Respirare lentamente. Piano, così. E già va meglio.
Cosa me ne faccio di quello che puoi darmi.
Che poi, forse non lo sai neanche tu cosa vuoi darmi.
I pugni sul pavimento. Stretti.
I palmi su pavimento. Aperti.
Colpisco. Colpisco ancora.
E poi, pian piano. I muscoli si rilassano.
Una guancia sul pavimento. Poi l’altra.
Lo voglio sentire ovunque. Il freddo.
Le mani tra i capelli. E poi sugli occhi.
Li stringo. Li stringo ancora. Più forte che posso.
E poi.
Aperti. Spalancati. Con le ciglia umide.
E un sorriso che rinasce piano.
Come se non fosse successo niente.
Stanca. Sfinita. A terra, sola.
Basta così.
Sono andati già tutti via.
Raccolgo le scarpette. E sparisco anche io.
A piedi nudi.
Un passo dopo l’altro.
Sul pavimento.
Freddo.

lunedì 20 febbraio 2012

Il venditore di destini (quinta parte) [gianbarly]


De Chirico - L'énigme de l'arrivée
et de l'après-midi
 

Fu Talnòc a rispondermi.
“Vedi Giuliano, tutto parte da quello che si intende per destino. Il professore poi ti spiegherà la differenza fra caso e destino. Ti basti sapere che nessuno qui pretende di governare la casualità. La tegola che ti cade in testa mentre cammini, una vincita alla lotteria, un piccolo ritardo che cambia il corso degli avvenimenti. Queste sono cose che bisogna mettere nel conto, su cui non possiamo proprio nulla. Ma sarebbe sbagliato pensare che la nostra vita dipenda da loro. Possono influenzarla, come no. Però il nostro destino dipende in grandissima parte da noi stessi, da quello che facciamo e da quello che, più spesso, evitiamo di fare”.

sabato 18 febbraio 2012

Il venditore di destini (quarta parte) [gianbarly]


Raffaello - Scuola di Atene

Per un bel po’ non dissi niente. Nel corso di quei pochi giorni avevo sviluppato una specie di strategia di sopravvivenza. Di fronte ad un mondo così diverso, che in un’altra situazione mi avrebbe fornito continui stimoli ed un inesauribile desiderio di conoscenza, mi ero invece formato una specie di corazza. Permettevo alle novità di far breccia nella mia mente solo un poco alla volta. Cercavo, per non impazzire, di elaborare adeguatamente ogni situazione nuova; rimasi quindi in silenzio, osservando l’evoluzione della scena.

sabato 4 febbraio 2012

Il venditore di destini (terza parte) [gianbarly]


Salvator Dalì - Sleep

C’era un uomo che avanzava lentamente, seguito dallo sguardo di tutti i presenti. Era avvolto in un leggero mantello di seta, che scendeva in morbidi drappeggi sopra una tunica di lino. Non era particolarmente alto, ma una lunga barba ed un complicato copricapo turrito gli davano un portamento imponente. Era seguito, ad una certa distanza, da due assistenti che portavano voluminosi fagotti. Man mano che avanzava la folla si accodava, formando un variopinto corteo.