Il posto della mente è una piccola oasi letteraria dove possiamo andare quando abbiamo bisogno di qualcosa di diverso. Di leggere, o scrivere storie. Storie inventate, come quelle che io, da principiante, sottopongo al vostro giudizio, oppure storie vere, piccoli "frammenti di vita" che scivolerebbero immediatamente nell'oblio se qualcuno di noi non li raccogliesse.

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giovedì 23 agosto 2012

L'ho finito!


Questa sera, esattamente alle 21,50 ho finalmente scritto la parolina magica in calce a "Paco de Luna"

F I N E

E' incredibile, l'ho finito davvero! Quando l'ho cominciato, all'inizio del 2010, non avrei scommesso un centesimo sulla mia capacità di arrivarci in fondo. Non avevo nemmeno ben chiara come dovesse svolgersi la storia. Ad essere sincero la molla che mi ha fatto decidere a cominciarlo è stata questa: avevo appena finito il mio primo racconto "La gloria di domani" che ha un registro epico e volevo quindi mettermi alla prova con una storia più intima, meno gridata. Poi ero affascinato dalla capacità di chi scrive di entrare in campi molto distanti dalla propria esperienza personale e così ho deciso che la storia avrebbe ruotato attorno ad un musicista. Io e la musica siamo due cose distinte ed immiscibili.
Con Paco de Luna ho sperimentato sulla mia pelle quanto sia vero quello che si dice: che non è lo scrittore che muove i personaggi, ma sono loro che guidano le sue mani. Credo che il segreto sia nel mettere insieme gli ingredienti giusti, poi la miscela comincia a reagire ed il romanzo prende forma secondo certi suoi inconoscibili sentieri.

Comunque ora è finito. chiedo scusa a coloro, ai pochi, che ne hanno letto parti su questo blog, ma non pubblicherò qui gli ultimi quattro pezzi. Naturalmente spero che possiate trovarlo, nella sua versione definitiva, in libreria o come e-book. A qualcuno chiederò privatamente di darmi un suo giudizio, prima di provare a proporlo agli editori.

Grazie di cuore a tutti, i vostri commenti mi hanno aiutato in maniera decisiva ad arrivare fin qui.

lunedì 13 agosto 2012

Paco de Luna - Quinto quadro 2 [gianbarly] Amicizia

H. Toulouse Lautrec - The bed

Lourdes dormiva al mio fianco. Avevamo fatto l’amore con tutta l’intensità di cui eravamo capaci, impermeabili a qualsiasi influsso esterno. Ora la guardavo mentre, per la prima volta, si era lasciata scivolare nel sonno. Di solito usavamo tutto il tempo a nostra disposizione per amarci e per parlare, troppa era l’urgenza per poter lasciare scorrere i minuti senza far nulla. Eppure non lo sentivo come un tempo perso. Osservavo i suoi lineamenti così perfetti e venivo travolto dall’emozione. Stare insieme a lei era la mia condizione naturale, non avrei più saputo farne a meno.

giovedì 9 agosto 2012

Paco de Luna - Quinto quadro 1 [gianbarly] Cosa sta succedendo?

P. Picasso - Jacqueline

Giuliana se n’era andata in punta di piedi, la notte fra il sabato e la domenica. Era morta senza mai aver ripreso conoscenza, consumata dalla vana lotta contro la devastazione che le avevano inferto i suoi aguzzini.
I genitori, piegati da un dolore troppo vasto per poter essere accettato, non avevano pensato di informarci. Tanto meno lo aveva fatto il convivente, che ci accomunava nel rancore al resto dell’umanità.
Durante tutta la domenica nessuno di noi era passato dall’ospedale, neppure quei pochi che ancora ogni tanto ci facevano una capatina. Così successe che lo sapemmo solo il lunedì mattina.
Era stato Xavier, di ritorno da uno dei suoi viaggi, a portarci la notizia. Era entrato in redazione portandosi dietro, come sempre, il profumo dell’aria che a quell’ora saliva su dal fiume densa di odori.

martedì 7 agosto 2012

Paco de Luna - Quarto quadro 6 [gianbarly] Terremoto

R. Magritte -  Fils de l'homme 

Non fu l’Antonia a divulgare la Lista, anche se le sarebbe piaciuto. Sono sicuro che aveva sognato di estrarre con studiata lentezza il foglietto dalla sua cartellina segreta per poi leggerlo a tutti noi, trepidanti intorno a lei, con l’intonazione solenne degna di quel momento che l’avrebbe vista dispensatrice di destini. Avrebbe scosso la testa e, ad ogni movimento della sua chioma, qualcuno avrebbe saputo della propria condanna.
No, non è stata l’Antonia ma un comunicato di due righe a firma della proprietà, che abbiamo trovato un mattino in bacheca. Dopo fiumi di parole e tanta agitazione, dopo che ci eravamo preparati ad ogni scenario possibile, è bastato quello scarno foglietto a mandare all’aria qualsiasi illazione.