Il posto della mente è una piccola oasi letteraria dove possiamo andare quando abbiamo bisogno di qualcosa di diverso. Di leggere, o scrivere storie. Storie inventate, come quelle che io, da principiante, sottopongo al vostro giudizio, oppure storie vere, piccoli "frammenti di vita" che scivolerebbero immediatamente nell'oblio se qualcuno di noi non li raccogliesse.

Frammenti di vita..................Racconti & Poesie..................Paco de Luna..................Pensieri sparsi..................CONTATTI

sabato 27 agosto 2011

Satira e potere

Fino ad ieri non conoscevo Ali Ferzat. Non sapevo nulla di lui fino a quando non mi sono imbattuto in questa notizia:


Mani spezzate al vignettista siriano anti regime

DAMASCO - Aveva disegnato Assad che faceva l' autostop con Gheddafi e altre vignette satiriche anti regime. Lo hanno pestato a sangue e gli hanno spezzato le mani. Così gli agenti dei servizi di sicurezza di Damasco hanno dato una lezione al celebre vignettista siriano Ali Ferzat per ridurlo al silenzio. Gli hanno detto, ha riferito un familiare dell' artista, che si è trattato «solo di un avvertimento» e gli hanno ordinato di smettere di disegnare. «Le nostre vite sono in pericolo», ha spiegato l' uomo. Fondatore di un giornale satirico chiuso dopo numerosi attacchi e censure, il disegnatore ha un sito dove pubblica i suoi disegni (www.ali-ferzat.com) che ieri è stato a tratti oscurato. Alla vigilia del 25esimo venerdì consecutivo di proteste, gli attivisti hanno denunciato l' uccisione di almeno quindici persone in 24 ore, tra cui una donna.
Ci sono notizie che riescono a suprare la nostra indifferenza. Questa è una di quelle. Anche oltre alle centinaia di persone uccise perchè manifestavano. Anche oltre ai carri armati che cannonneggiano le strade delle città che hanno osato ribellarsi. Perchè inchioda più d'ogni altra il regime alle sue colpe, ai suoi timori nei confronti di nemici armati solo di una matita. Perchè ci dice che teme un semplice disegnatore di vignette tanto da cercare di ridurlo al silenzio, ma che non si azzarda ad ucciderlo.
Già tutto questo sarebbe meritevole della nostra attenzione. Dovrebbe scuotere le nostre coscienze. Ma c'è qualcosa di più, qualcosa di semplice e di grandioso nello stesso tempo, che mi fa dire che anche nelle situazioni più disperate c'è una speranza. Ed è la vignetta che ho trovato stamani sul sito di Ali Ferzat. Eccola.

sabato 20 agosto 2011

Sulla porta [gianbarly]

Il potere nelle mani (da web)

Arrivo davanti alla porta spinto da una sensazione di euforia. Finalmente. Ora mi sembra di aver capito, di sapere chiaramente quel che debbo fare. E’ una cosa che mi capita di rado, solo quelle poche volte che sento di aver afferrato la verità. Non ho più dubbi, sono anzi preso da una frenesia, dall’urgenza di fare in fretta, prima che tanta chiarezza si dissolva.

lunedì 8 agosto 2011

Paco de Luna - Terzo quadro [gianbarly] La corda spezzata 3 (bozza)


“Vieni! Dio mio, devi venire subito!”
La voce di Lourdes non ammetteva repliche. Erano giorni che pensavo di chiamarla e ora che era lei a farlo, io me ne stavo lì, con il telefono in mano, senza risponderle.
Eppure, visto che la questione dell’intervista doveva andare avanti, avevo pensato di includere anche lei nel racconto. Le avrei chiesto di intervistarla e l’avrei ripresa mentre parlavamo di Paco, mi sarei fatto dire di lui, dei suoi aspetti più familiari, di come si erano conosciuti. L’idea mi piaceva, più ci pensavo e più la trovavo perfetta da ogni punto di vista.


domenica 7 agosto 2011

OBAMA e GORBACIOV: DESTINI PARALLELI (O DEL NUOVO ORDINE MONDIALE)

Uno strano destino si sta profilando per Barack Obama. Mi ricorda quello di Gorbaciov, tanto amato nel mondo quanto odiato in patria. La sua onestà intellettuale gli impedì di portare ancora avanti la farsa della grande Unione Sovietica. Cercò di riformarla ma gli si sbriciolò fra le mani. Un muro, quello di Berlino che cadde nel 1989 fu il simbolo del suo fallimento. Anche Obama si avvia ad essere l’uomo più odiato d’America . I suoi concittadini non si vogliono sentir dire che stanno vivendo, da decenni, al di sopra delle proprie possibilità. Quelli che hanno realizzato immensi guadagni attraverso una finanza che distrugge l’economia anziché sostenerla, impediscono qualsiasi riforma del sistema. Il marchio infamante “downgrading Obama” che gli viene oggi affibbiato per il declassamento del debito USA da parte di S&P è la spia di un popolo e di una classe dirigente incapace di capire i propri errori.


 
Tutti e due, Gorbaciov ed Obama, si sono trovati a governare un impero al tramonto. Già morto, anche se apparentemente vitale. E anche Obama avrà il suo muro: quello del vecchio ghetto di New York, evocato dal nome della strada che per tutti noi è il fulcro della finanza mondiale.

 
La morte del sistema è la morte del Capitalismo, divorato dalla Globalizzazione che avanza. Sul suo certificato di morte, alla voce “Motivi del decesso” possiamo scrivere che muore perché sono venuti meno in questi anni i tre poteri regolatori che ne avevano fatto, agli occhi di molti, “il migliore dei mondi possibili”:

 
  1. il potere regolatore del mercato. I prodotti nascono, si impongono e vengono sostituiti con una tale rapidità che il mercato non ha fisicamente il tempo di far prevalere quelli migliori.
  2. Il potere regolatore della dialettica di classe. Il confronto continuo fra padroni ed operai, che ha prodotto nel passato qualche distorsione ma anche tanto progresso sociale, è stato azzerato. Il dipendente non ha più alcun potere contrattuale. La delocalizzazione consente a chi produce di spostarsi dove non ci sono conflitti, in base ai suoi esclusivi interessi.
  3. Il potere regolatore dello stato. E’ notizia di questi giorni che Google ha liquidità maggiore del Tesoro degli Stati Uniti. Oggi le grandi aziende ed alcuni singoli individui hanno invertito il rapporto di sottomissione dei cittadini allo Stato. Sono loro a imporre brutalmente le politiche ai governi.
Quindi il Capitalismo è morto. Ma sbrighiamoci a farne il funerale, che un nuovo ordine preme per affermarsi, ed avrà il volto della Cina. Come sarà, se migliore o peggiore, se ci farà volare o strisciare per terra, non lo so. Ma , giusto per fare un esempio, non sembra avere la Democrazia fra i suoi valori di base.

 
Scrivo queste note domenica 7 agosto 2011, il giorno dopo declassamento del debito USA. Il governo cinese ha sprezzantemente ordinato a quello americano di ristrutturare il suo debito, perché essi ne detengono ben il 45%. Mai si era visto dalla Seconda Guerra Mondiale in avanti qualcuno che osasse dare ordini all’America. Fatti nuovi e complessi ci attendono, primo fra tutti la riapertura dei mercati azionari domani mattina.

mercoledì 3 agosto 2011

Il terremoto di Messina (come sarebbe stato se ...)

Il terremoto di Messina del 1908 provocò quasi 120.000 morti e la distruzione completa della città siciliana e in parte di Reggio Calabria.
Ecco come la notizia sarebbe stata data dal giornale radio, se allora ci fossero stati Minzolini & c.:




Dal GR1 del 28 dicembre 1908:
"Gentili ascoltatori, una buona giornata a tutti dalla redazione del GR1! Le notizie:
Questa notte una forte scossa di terremoto è stata avvertita nella zona di Messina. Si registrano danni agli edifici e delle vittime. La Protezione Civile è già all'opera per prestare i necessari soccorsi alla popolazione. Il dr Bertolaso ha dichiarato che, comunque, oltre il 98,5% degli edifici dell'isola ha resistito al terremoto, dimostrando la complessiva sicurezza delle abitazioni siciliane.
Il Governo ha già attivato un piano per il completo recupero dell'area colpita. Il Ministro per il Turismo Brambilla ha assicurato il suo sostegno ad una campagna pubblicitaria volta ad incrementare il turismo nella zona.
L'opposizione si è dichiarata insoddisfatta ed ha chiesto le dimissioni del Governo.

Ed ora parliamo di moda. Una nuova stilista si sta mettendo in luce nelle sfilate di Parigi.... 

COMMENTO
Mi capita di stare tanto in macchina e quindi di ascoltare spesso il giornale radio. Non c'è alcuna differenza fra GR1, GR2 e GR3. Le notizie sono date esattamente allo stesso modo. A forza di sentirli ho individuato una modalità costante, un metodo per non traumatizzare l'ascoltatore, per anestetizzarlo, inibirne il senso critico, evitargli la possibiltà di comprendere pienamente le cose, distrarlo. Pur non avendo alcuna competenza in fatto di comunicazione, mi sembra di aver capito che la cosa funzione secondo una scaletta ben precisa:
1. si da la notizia nuda e cruda, senza enfasi ed in modo apparentemente neutrale
2. si rimarca con forza che la situazione è sotto controllo e che il Governo e gli organismi che devono intervenire stanno facendo egregiamente il loro dovere
3. il fatto specifico si colloca comunque in un quadro strutturale solido e ben governato
4. l'opposizione protesta a prescindere (è molto importante non far capire perchè protesta!)
5. non ci sono solo notizie cattive (l'ottimismo vince sempre!)

La polpetta è cotta e pronta per essere mangiata. E tu che fai? T'abbuffi?