Il posto della mente è una piccola oasi letteraria dove possiamo andare quando abbiamo bisogno di qualcosa di diverso. Di leggere, o scrivere storie. Storie inventate, come quelle che io, da principiante, sottopongo al vostro giudizio, oppure storie vere, piccoli "frammenti di vita" che scivolerebbero immediatamente nell'oblio se qualcuno di noi non li raccogliesse.

Frammenti di vita..................Racconti & Poesie..................Paco de Luna..................Pensieri sparsi..................CONTATTI

domenica 27 febbraio 2011

Tutta la vita insieme - quarta ed ultima parte [gianbarly]

Hieronymus Bosch
Il prestigiatore
[Don Gaetano a Luigi]

“Caro Luigi, le ripeto che è necessario. Assolutamente necessario. Altrimenti non gliel’avrei ma chiesto. Lei deve dare la prova tangibile della sua buona intenzione. Un buon cristiano lo è anche per gli atti concreti con cui manifesta la sua fede.
Mi scusi, ma se tali atti non fossero necessari perché dovremmo andare in chiesa? Ci basterebbe pensare a Dio nel chiuso delle nostre stanze. Ma il Signore vuole che diamo una dimostrazione visibile del nostro credo.
Che per lei significa firmare questa delega. Che poi sarà al sicuro nelle mie mani.
E non mi chieda della signora Angela. Quello che pensa lei non deve interessarla, ora.

giovedì 24 febbraio 2011

Tutta la vita insieme - terza parte [gianbarly]

S. Michele - Guido Reni
[don Gaetano ad Angela]

“Signora Angela, si calmi, la prego. Sì, sì, lo so che c’è un problema, seguo con attenzione la faccenda, mi creda. Noi non lasceremo solo il signor Luigi.
Mi faccia parlare! A volte bisogna saper percorrere strade tortuose, per far la volontà del Signore. Soprattutto quando bisogna superare le resistenze di chi si trincera dietro formalismi burocratici. Ma la Chiesa è saggia e sa come agire, in questi casi.
Però lei ci deve aiutare.
Il nostro Vescovo suggerisce un passo che può facilitare le cose. Se lei e il signor Luigi presentaste, ecco, una istanza di separazione, credo che potremo convincere la Direzione dell’Hospice.

sabato 19 febbraio 2011

Tutta la vita insieme - seconda parte [gianbarly]

V. Van Gogh - Vecchia Arlesiana
[Angela a don Gaetano]

“Padre, non le sto a dire quello che penso, né quanto ho discusso con mio marito, che ci farebbe bruciare tutti e due nel fuoco eterno, subito, senza nemmeno aspettare che tiriamo le cuoia.
Perché c’è solo una cosa importante, in questo momento. Per me lo è, più di ogni altra al mondo.
Mio marito sta morendo. Ha poche settimane, ormai. Ed io non voglio che se ne vada con questo cruccio.
Per cui son venuta a dirle di stare tranquillo: quello che lei ci ordina, seppure incredibile per noi, sarà fatto.”

martedì 15 febbraio 2011

Tutta la vita insieme - prima parte [gianbarly]

[Angela a don Gaetano]
“Fosse per me non ci sarei proprio venuta qui, padre. In quasi settant’anni che sto in questo quartiere non sono mai entrata in chiesa, né da sola né con mio marito. Ma lui è un bel testone, sa. Cosa gli sia preso, proprio non lo so, ora che lui è malato.

domenica 13 febbraio 2011

IMPERFETTA/MENTE (o della complessità)

Le scale di Escher riprodotte col Lego
Ho letto un po’ di tempo fa un bell’articolo di Adriano Sofri intitolato “Anno 2011, il carcere dopo Cristo” (La Repubblica, 19 gennaio 2011). In quelle righe viene tracciata la situazione sconfortante ed indegna delle carceri nostrane, bell’esempio di istituzione separata dove è possibile tutto quello che il nostro senso di civiltà nega pubblicamente. Riassumo in pochi numeri: 70 mila detenuti contenuti in strutture fatte per non più di 44 mila. Sessantasei suicidi, 1.134 tentati suicidi, 5.603 atti di autolesionismo nel 2010. Per capirci, se la proporzione fosse la stessa per la normale popolazione, avremmo avuto più o meno 60 mila suicidi nello stesso periodo.

Ma il punto che voglio affrontare non è questo, già magistralmente trattato da Sofri. Quello che mi ha colpito è la narrazione dell’ultimo tentativo, in ordine di tempo, per alleggerire il sovraffollamento delle carceri. La cosa è illuminante e vale la pena di seguirla passo passo.

Il governo di centrodestra, non potendo rifare un indulto (su cui aveva strepitato quando governava Prodi) ha ideato un provvedimento “svuota carceri”. Si trattava di consentire a chi ha meno di un anno di pena residua, di scontarla a domicilio. Questo ovviamente escludendo i reati più gravi.

Ottima cosa, liberiamo un po’ di posto e diamo un briciolo di dignità in più a chi sta finendo la sua pena. Lo accompagniamo nel suo percorso di re-inserimento sociale.

Peccato che:

- Per accedere a tale privilegio occorre avere un domicilio, cosa non scontata per detenuti in grandissima parte extracomunitari
- La pratica deve essere vagliata dal giudice di sorveglianza che deve accertare i requisiti
- L’assistente sociale deve verificare la situazione socio-familiare e dichiararla idonea

In conclusione sono i numeri del primo mese di applicazione a dirci della bontà della legge: 12 detenuti liberati in Lombardia, 2 in Emilia Romagna, 15 in Toscana, 30 nel Lazio e 34 in Campania. Risultato piccolo, come si può vedere. Meglio piccolo che niente, si può obiettare.

Peccato, ancora peccato!, che per riuscire a liberare questi pochi detenuti i giudici di sorveglianza e gli assistenti sociali siano stati ingolfati da migliaia di pratiche (che tutti ovviamente c’hanno provato!), rimanendo drammaticamente indietro nella concessione delle pene alternative che la legge normalmente prevede. Il saldo finale non ci è dato conoscerlo, ma è con tutta probabilità negativo: sono usciti meno detenuti di quanti potevano farlo senza questa legge. L’irrazionalità di tutto ciò fa il paio con quello che Medina descrive (deliziosamente) nel suo “Il paese dei centrini” riguardo alla Sanità.

C’è un problema di fondo che riguarda la classe dirigente di tutto il mondo, ma del nostro Paese in particolare: il governo della complessità. Di fronte a situazioni che richiedono una profonda conoscenza di meccanismi non semplici, invece di fare uno sforzo per identificare i vizi strutturali, i problemi di base che portano a situazioni di sofferenza e di ingiustizia, si preferisce agire superficialmente, con provvedimenti che “suonano” bene, che danno una patina di efficienza, di “governo del fare”. Si rinuncia a gestire la complessità a favore di azioni vendibili al mercato dell’informazione a consumo immediato, quella dei titoli strillati. Buona per essere snocciolata in un talk show, dove tutto si riduce a “Io ho ragione!” “No, hai torto!”. Senza il conforto di un’analisi seria e documentata dei risultati.

Questo è quanto passa il convento, ai tempi d’oggi.

venerdì 11 febbraio 2011

IL PROCESSO PERFETTO (mi scappa da ridere)

Giuseppe Maria Crespi - La confessione

Il nostro affabile presidente del consiglio si affanna da tempo a trovare una formula che lo liberi dai processi che, a raffica, gli piovono sul capo. Studia, pensa, strepita e minaccia, poi convoca i migliori cervelli al suo servizio.

Con loro ha preparato una sfilza infinita di filtri ed unguenti capaci, nelle intenzioni, di fare il miracolo. Leggi, lodi, processi brevi ed impedimenti non sono riusciti, però, nell’impresa. Tappata una falla se ne riapre testè un’altra.


Il Nostro è veramente allo stremo. Non sa veramente più dove battere la testa. E, intanto, i processi incombono. Fioccano le date di convocazione. Si comincia a sentire odor di sentenze.

Eppure la soluzione, quella vera, ce l’ha di fronte agli occhi. Chiara, limpida, definitiva ed assoluta. Ma non la vede.

Forse si è dimenticato di una cosa che sappiamo tutti benissimo: quando c’è qualcosa di difficile da fare, basta guardare alla Chiesa. Lei, dall’alto della sua storia millenaria, ha già pronta la soluzione. Ed ecco quindi ciò che fa al caso suo. Non deve far altro che adottare lo stesso sistema che la Chiesa usa per i “reati” contro Dio, quelli che chiamiamo volgarmente “peccati”.

Pensateci bene:

il processo si fa solo su auto-denuncia dell’imputato

si svolge solo quando l’imputato ne ha voglia

egli può scegliere a suo piacimento il luogo ed il giudice

il giudice è tenuto al più stretto riserbo (e non c’è mai stata fuga di notizie)

l’unico esito consentito è l’assoluzione.


E’ PERFETTO!!!!

………..

Beh, peccato (è il caso di dirlo) che poi ci sia un secondo grado di giudizio…

giovedì 3 febbraio 2011

Perchè mi vergogno di essere governato da Berlusconi - Il mio elenco

ELENCO DEI PERCHE’ MI VERGOGNO DI ESSERE GOVERNATO DA BERLUSCONI


Mi vergogno di essere governato da Berlusconi perché era iscritto alla P2

Mi vergogno di essere governato da Berlusconi perché vive in una villa comprata ad un prezzo ridicolo raggirando una orfana minorenne

Mi vergogno di essere governato da Berlusconi perché ha ospitato per anni un noto capo mafioso nella sua villa

Mi vergogno di essere governato da Berlusconi perché non spiega esaurientemente da dove vengono i soldi con cui ha cominciato la sua attività di imprenditore

Mi vergogno di essere governato da Berlusconi perché è un credulone:

             credeva che la P2 fosse un’associazione goliardica nel campo del’edilizia

             credeva che Mangano fosse un brav’uomo

             credeva che le ragazze che pagava fossero tutte maggiorenni

Mi vergogno di essere governato da Berlusconi perché è un ingenuo:

             non si è accorto che i manager delle sue aziende corrompevano la guardia di finanza per fargli pagare meno tasse

             si è avvalso di un avvocato che ha corrotto dei giudici per far avere sentenze favorevoli alle sue aziende

             è in grande amicizia con una persona condannata per concorso esterno in associazione mafiosa in   primo e in secondo grado

Mi vergogno di essere governato da Berlusconi perché come Presidente del Consiglio deve combattere i paradisi fiscali e come imprenditore controlla le sue aziende attraverso società off-shore

Mi vergogno di essere governato da Berlusconi perché sotto i suoi governi l’Italia è arretrata in quasi tutte le classifiche internazionali

Mi vergogno di essere governato da Berlusconi perché ha promesso di diminuire le tasse ed invece sono aumentate

Mi vergogno di essere governato da Berlusconi perché intrattiene rapporti privati con capi di stato esteri senza renderne conto al Parlamento

Mi vergogno di essere governato da Berlusconi perché ha coinvolto altri Paesi Sovrani nelle sue storie personali e i suoi duelli a base di dossier

Mi vergogno di essere governato da Berlusconi perché costringe il Parlamento a stravolgere il suo calendario per privilegiare le leggi che gli servono nei processi che lo riguardano

Mi vergogno di essere governato da Berlusconi perché in una sentenza definitiva c’è scritto che ha corrotto un testimone in un processo

Mi vergogno di essere governato da Berlusconi perché blocca l’introduzione della banda larga in Italia

Mi vergogno di essere governato da Berlusconi perché è l’utilizzatore finale di corpi femminili

Mi vergogno di essere governato da Berlusconi perché non mi permette di dire ai miei figli: prendi esempio dal Presidente del Consiglio


e allora ...

se non ora, quando?