Treno in corsa - Ivo Pannaggi |
Chiesi al mio interlocutore:
“Dove siamo?”
“Ugrum, credo … Sì, è proprio Ugrum. La prossima fermata è la mia”
Poi, indovinando la domanda che avevo in mente:
Ero confuso e si vedeva. Lui mosse il busto per avvicinarsi a me e poi
mi chiese:
“E lei di dov’è?”
“Torino, sono di Torino” risposi, come colto di sorpresa. E mentre
ripetevo il nome della città dov’ero nato e dove vivevo mi sembrò che questi
non avesse alcun senso, che non indicasse alcunché di preciso, come se di colpo
tutto quello che quel nome significava per me, le emozioni, i ricordi, la
storia, le persone che lì conoscevo, tutto fosse stato cancellato dalla mia
mente.
Lui aggrottò le sopracciglia:
“Torino? Mai sentito. Dov’è questo Torino?”
“Come? Non ha … Voglio dire, come fa a non conoscere Torino?”
Gli occhi del mio occasionale compagno di viaggio si fecero più attenti.
Iniziò a scrutarmi con maggiore attenzione, come se fino a quel momento non si
fosse reso conto di chi aveva davanti.
“E’ diretto là?”
Annuii lievemente.
“Ma non credo che questo treno vada al suo Torino. Dopo Palnoc ferma
solo alla Splendente e basta”
Mi studiò ancora per qualche istante.
“A meno che lei non abbia una coincidenza, laggiù”
Cominciavo a scaldarmi. Quell’uomo mi parlava di qualcosa che non
riuscivo a comprendere e questo mi metteva in difficoltà. Io odiavo trovarmi in
difficoltà, per cui reagii in modo sgarbato.
“Ma quale coincidenza! Non vorrà farmi credere che questo non è
l’Eurostar Venezia – Torino!”
I suoi occhi si strinsero fino a diventare due fessure. Mi stava
letteralmente sezionando.
“E la smetta di guardarmi in quel modo! Il suo modo di fare mi ha
proprio stufato!”
Girai lo sguardo intorno a me, furioso. Volevo trovare un controllore
per avere conferme su quel maledetto treno, ma non se ne vedevano. Guardai
fuori. Al di la del vetro correva una campagna semideserta. Cercai qualche
scorcio familiare per rassicurarmi, ma inutilmente. Non che ciò che vedevo mi
fosse totalmente estraneo. In realtà poteva anche essere un tratto di campagna
dalle parti di Vercelli, ma non c’era nulla che potesse dirmelo con certezza.
Ebbi un brivido.
Intanto il mio interlocutore
cercava di rimediare a quella che avevo evidentemente preso come una scortesia.
“Mi scusi, non volevo essere invadente. E’ una
mia deformazione professionale. Al momento sono uno studioso di antropotipia e
lei ha suscitato la mia curiosità, con quei nomi così curiosi”
Ero veramente agitato, adesso. Il cuore mi
batteva forte, pompando con forza il sangue nelle arterie. Avevo il cervello
annebbiato e non riuscivo a comportarmi in maniera logica.
Per recuperare un po’ di sangue freddo cercai
di rifare mentalmente l’itinerario di quella giornata. Avevo dormito a Brescia
e la mattinata l’avevo passata alla Texco, una riunione dietro l’altra fino
all’ora di pranzo. Poi dovevo aver preso il treno per Torino, come al solito.
“La vedo turbato, è sicuro di star bene?”
No che non sto bene, cacchio! Perché non mi
ricordo di aver preso il treno? E neppure quando mi sono seduto davanti a
questo tizio? O è lui che è arrivato dopo di me? Abbiamo cominciato a parlare,
sì questo me lo ricordo.
Lo guardai smarrito.
“Ma dove siamo? Lei mi parla di città dai nomi
strani e non conosce Torino. Come si fa a essere in Italia e non conoscere
Torino?”
“Mi spiace immensamente, ma non ho mai sentito
nominare né Torino né Italia. Evidentemente lei è un poco confuso. Le dirò che
qui siamo nel paese di Valean e che fra pochi minuti arriveremo a Palnoc, la
mia città. Questo la aiuta?”
Gli afferrai un braccio.
“Non mi lasci! Non scenda, la prego!”
Lui era sorpreso, ma non mollai la presa, anzi
cominciai a scuoterlo.
“Non mi può lasciare! Io … io non conosco
questi posti che lei dice. Facciamo così, sì … sì … Io scendo con lei, ecco”
Un vero incubo... ho sognato una volta qualcosa di simile e non credo mai risveglio sia stato più gradito :) ha un seguito?
RispondiEliminaCiao Gianbarly, mi piace, come tutti i bei racconti finiscono sul più bello ed è quello che non mi piace di questi, hai creato una spirale di suspense con dialoghi perfetti; andrò sicuramente a leggere gli altri tuoi scritti.
RispondiEliminaA presto Alejandra
Grazie a tutte e due. Per il seguito ... aspettate e vedrete!
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