Il posto della mente è una piccola oasi letteraria dove possiamo andare quando abbiamo bisogno di qualcosa di diverso. Di leggere, o scrivere storie. Storie inventate, come quelle che io, da principiante, sottopongo al vostro giudizio, oppure storie vere, piccoli "frammenti di vita" che scivolerebbero immediatamente nell'oblio se qualcuno di noi non li raccogliesse.

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domenica 7 agosto 2011

OBAMA e GORBACIOV: DESTINI PARALLELI (O DEL NUOVO ORDINE MONDIALE)

Uno strano destino si sta profilando per Barack Obama. Mi ricorda quello di Gorbaciov, tanto amato nel mondo quanto odiato in patria. La sua onestà intellettuale gli impedì di portare ancora avanti la farsa della grande Unione Sovietica. Cercò di riformarla ma gli si sbriciolò fra le mani. Un muro, quello di Berlino che cadde nel 1989 fu il simbolo del suo fallimento. Anche Obama si avvia ad essere l’uomo più odiato d’America . I suoi concittadini non si vogliono sentir dire che stanno vivendo, da decenni, al di sopra delle proprie possibilità. Quelli che hanno realizzato immensi guadagni attraverso una finanza che distrugge l’economia anziché sostenerla, impediscono qualsiasi riforma del sistema. Il marchio infamante “downgrading Obama” che gli viene oggi affibbiato per il declassamento del debito USA da parte di S&P è la spia di un popolo e di una classe dirigente incapace di capire i propri errori.


 
Tutti e due, Gorbaciov ed Obama, si sono trovati a governare un impero al tramonto. Già morto, anche se apparentemente vitale. E anche Obama avrà il suo muro: quello del vecchio ghetto di New York, evocato dal nome della strada che per tutti noi è il fulcro della finanza mondiale.

 
La morte del sistema è la morte del Capitalismo, divorato dalla Globalizzazione che avanza. Sul suo certificato di morte, alla voce “Motivi del decesso” possiamo scrivere che muore perché sono venuti meno in questi anni i tre poteri regolatori che ne avevano fatto, agli occhi di molti, “il migliore dei mondi possibili”:

 
  1. il potere regolatore del mercato. I prodotti nascono, si impongono e vengono sostituiti con una tale rapidità che il mercato non ha fisicamente il tempo di far prevalere quelli migliori.
  2. Il potere regolatore della dialettica di classe. Il confronto continuo fra padroni ed operai, che ha prodotto nel passato qualche distorsione ma anche tanto progresso sociale, è stato azzerato. Il dipendente non ha più alcun potere contrattuale. La delocalizzazione consente a chi produce di spostarsi dove non ci sono conflitti, in base ai suoi esclusivi interessi.
  3. Il potere regolatore dello stato. E’ notizia di questi giorni che Google ha liquidità maggiore del Tesoro degli Stati Uniti. Oggi le grandi aziende ed alcuni singoli individui hanno invertito il rapporto di sottomissione dei cittadini allo Stato. Sono loro a imporre brutalmente le politiche ai governi.
Quindi il Capitalismo è morto. Ma sbrighiamoci a farne il funerale, che un nuovo ordine preme per affermarsi, ed avrà il volto della Cina. Come sarà, se migliore o peggiore, se ci farà volare o strisciare per terra, non lo so. Ma , giusto per fare un esempio, non sembra avere la Democrazia fra i suoi valori di base.

 
Scrivo queste note domenica 7 agosto 2011, il giorno dopo declassamento del debito USA. Il governo cinese ha sprezzantemente ordinato a quello americano di ristrutturare il suo debito, perché essi ne detengono ben il 45%. Mai si era visto dalla Seconda Guerra Mondiale in avanti qualcuno che osasse dare ordini all’America. Fatti nuovi e complessi ci attendono, primo fra tutti la riapertura dei mercati azionari domani mattina.

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