F. Depero - Bagnanti |
Ma questo al Millennio non basta! Lui pensa a tutto, non crediate che sia solo uomo di spettacolo. D’accordo è un grande attore, l’ho detto. Però questo millennio è, e sarà grande sotto ogni aspetto!
Vedete, lo spettacolo è importante, ci serve per distrarci dalle fatiche quotidiane, ci dispone all’allegria, scaccia i pensieri tristi, ma da solo non basta a renderci felici. Non possiamo esserlo se siamo legati dal bisogno, se ci manca ciò che ci consente di fare tutto, ma proprio tutto quello che vogliamo: i soldi!
E allora … soldi, tanti soldi, montagne di soldi, fiumi impetuosi di soldi, in quantità mai vista, soldi, soldi e ancora soldi! Soldi per tutti, capaci di placare gli appetiti più smodati, di pagare gli eccessi più eccentrici. Soldi pronti all’uso, per tutte le mani, per ogni portafoglio, per tasche di qualsiasi dimensione. Quando mai si era visto nella storia, dico io, una tale quantità di danaro? Un lusso così sfrenato, così esagerato, così esibito, così a disposizione di tutti…
No, ma che dice? Per favore, si faccia un po’ più sotto, che la sento meglio. Ecco, ora ho capito. Lei sostiene che sì i soldi li vede, ma solo nelle tasche degli altri? Che a lei quei fiumi di denaro non la toccano? No, scusi, ma dove vive lei, cosa fa del suo tempo? Come? Lavora tutto il giorno e la busta paga le basta a malapena per le spese correnti?
No! Per favore, si fermi! Ma si metta per una volta nei miei panni. Cosa ci sto a fare io, secondo lei, su questo palco a sgolarmi tutto il giorno per voi? A cercare di aprire le vostre menti, a farci entrare quell’aria fresca di cui sono fatti gli anni duemila? Io mi sforzo, dò tutto me stesso, e lei mi viene a parlare di busta paga? Brrr… la parola stessa mi mette i brividi, mi fa ribrezzo. Sì, ribrezzo! Ma non si rende conto? Lei è proprio deciso a starsene lì, aggrappato alla sua famosa busta paga come al salvagente che la proteggerà dai cavalloni? Che la porterà all’approdo della tranquillità? E lei vuole costruire la sua vita, quella delle sua famiglia, il futuro dei suoi figli su una busta paga? Sulle trattenute per la pensione? No, signore mio, mi dispiace, ma lei sta ancora nel vecchio millennio. Qui è un clandestino, non ci può rimanere, glielo dico io, che so bene le cose. E’ meglio che se ne vada, che sparisca, subito, prima che sia troppo tardi. Via , via, fuori!
Eh? Non sa dove andare? Non può tornare nel Novecento? Dice che cercherà di cambiare? Vede, se proprio vuole restare, sa, lei mi è pure simpatico, non sono mica classista io, se decide di restare però si deve un poco adeguare ai tempi. Non dico cambiare del tutto, ma un poco, sì. Allora, si dia da fare! Afferri un bel po’ di soldi, immerga anche lei la mano nel fiume di danaro e tiri su la sua parte! E non sia modesto, tiri su tutto quello che le riesce, esageri! Come, non ci riesce? Non ci arriva? Ma, perdio, sgomiti un po’. Se li guadagni i sui soldi, provi a pestare i piedi ai suoi vicini. Cosa credeva, che tutti si facessero da parte? Che non ci fosse da sudare? Mhmm.. ma vedo che non è proprio il tipo. E’ inutile, lei non ha la stoffa. C’è almeno qualcuno nella sua famiglia, che possa fare meglio di lei? Che so, sua moglie. Oppure … ce l’ha una figlia? Sì? Ha quasi diciotto anni, uhm, sì, bene! E, mi dica, com’è? Ah, bellissima, le si illuminano gli occhi quando ne parla! Deve esserne davvero orgoglioso, me ne accorgo, sa. Le deve dare un sacco di soddisfazioni, vero? Come dice, che a scuola è un fenomeno …
Perché, studia?
…
Ora… ve lo chiedo, piano, per favore, a tutti quanti, a voi che siete venuti qui per sentire da me cose meravigliose. Vi chiedo per piacere di dirmi se questo signore è unico o altri fra di voi sono come lui? Mi basta che mi facciate un cenno, con la mano…
Oddio. Ho capito, potete tirare giù le mani. Ma allora, che ci faccio io qui? No, è tutto inutile. Mi arrendo, non posso combattere contro un esercito. La vostra ignoranza non conosce misura. Io sono stato mandato per istruirvi, per potenziare le vostre capacità ma mi accorgo che debbo ricominciare da capo. Che i vostri cervelli sono refrattari, che non hanno percezione del nuovo, che sono inchiodati al peggiore novecento. Ma, perdio! Li schioderò da lì. Riuscirò a farvi capire quello che vi attende, quello a cui avete diritto, quello che aspetta solo voi per essere colto!
La figlia di questo poveruomo va a scuola, a quanto pare.
Signori! Ve lo dico a chiare lettere: la scuola è morta! E’ finita, sepolta, crollata. E’ una cianfrusaglia del passato, come può essere la macchina da scrivere, come le carrozze trainate dai cavalli, come la ghigliottina o le parrucche incipriate. Roba da museo! Ma cosa volete che se ne facciano i ragazzi d’oggi, della scuola? Non li vedete come ci si annoiano, come cerchino ogni scusa per non andarci? Non vi rendete conto che essa non ha più uno scopo, una ragione d’essere? Oggi tutte le informazioni, le notizie, le soluzioni a qualsiasi problema sono pronte, facili, immediate, aggiornate, e per di più agghindate a festa, gioiose, non tetre come quelle che si imparavano – a fatica, una grande, terribile fatica - nella scuola. Oggi, ogni cosa è possibile, chiunque può farsi esperto di qualsiasi argomento, di qualsivoglia scienza. Togliersi lo sfizio di sapere. Senza sforzo, anzi con grande divertimento! I nostri figli devono solo imparare a cogliere queste perle, e non lo faranno di certo a scuola.
Vedete, gli storici ci dicono che fu Carlomagno, pressappoco all’inizio del vecchio millennio, a fondare la scuola. Bene, essa è quindi durata mille anni, l’intero corso del secondo millennio. Con lui è nata e con lui è morta. Punto. Stop. Fine.
Per cui signore, non faccia più perdere inutilmente tempo a sua figlia. La tolga subito dalla scuola e le dia la possibilità di esprimersi secondo la sua vera natura. Lei mi ha detto che è bellissima. Significa che ha un grande vantaggio, lo sfrutti!
E ora, cos’è questa confusione? Ho appena finito con uno e già vedo una gentile signora che si da un gran daffare per arrivare fin sotto il palco. Venga, la prego. Guardi, le do una mano, salga, la voglio qui vicino a me. Ecco! Allora sentiamo, cosa ha di tanto urgente da dirmi? Forse le mie parole l’hanno finalmente illuminata? Si sente pronta? No? E di cosa deve protestare? Ho capito, le sembra poco … poco …. Uhm, che espressione ha usato? Ah, sì, poco morale incitare una ragazzina ad usare il suo corpo… Stop! Si fermi, non aggiunga altro. Voglio restare freddo, distaccato nel risponderle. Perché lei ha tanto bisogno di capire. Ma prima mi permetta una domanda: è vero che lei era, se mi consente, una ragazza negli anni ’70? Sì? vede che c’ho preso. E scommetto che ha fatto anche lei qualche battaglia femminista, sì, sì. Bene, me ne compiaccio. Veramente, non la prendo in giro, mi creda, sono serissimo. Apprezzo quello che voi donne avete fatto allora. Un grande balzo in avanti per la nostra civiltà. Una conquista importantissima. Avete spazzato via in pochi anni una sottomissione al maschio che durava dall’inizio di tempi. Vi siete liberate di un giogo!
Lo dico qui, davanti a tutta questa bella gente, con lei al mio fianco: avete fatto una grande cosa. Ma dico anche, con sincerità, che non è stata sufficiente. Non vi ha liberato del tutto. Perché non avete spezzato l’altra catena che vi impedisce di volare: quella della morale. Lui, il nuovo, sfolgorante millennio, ora ve ne offre la possibilità. Siate libere da questo fardello e liberamente usate il vostro corpo per raggiungere i vostri scopi! Usate il sesso per ottenere un lavoro, una promozione, un regalo. Usatelo come arma, dispensatelo e negatelo secondo i vostri disegni, amministratelo con cura e farete di noi uomini delle larve prone ai vostri piedi!
Che senso ha, oggi, negli anni che già sanno di futuro, restar ancorati a concetti antichi, fatti solamente per imbrigliare le vostre enormi possibilità? Mi dica signora, non è vero che l’uomo, il maschio, ha usato, nel corso della storia, la sua forza fisica per stabilire la propria superiorità? Non è forse vero che alla forza ha poi sostituito l’intelligenza, la potenza del suo cervello? Non è forse vero questo? Sì? E allora! Perché deve esserci una qualche differenza fra il muscolo e, mi permetta, la vagina? Fra il cervello ed un bel seno? Non sono tutte parti del nostro corpo? Non sono tutte uguali? Non possono, tutte, essere usate nella lotta per il successo? Si vergogna forse il maschio di tessere strategie per conquistare il potere? Di prevalere grazie alle sue capacità? Le sue fisicissime capacità, si può dire.
Usate allora anche voi quello che avete di più prezioso, di più potente! Fate balenare davanti agli occhi del maschio quello che desidera più di ogni altra cosa al mondo. Tenetelo sulla corda, offritevi a lui ogni volta che ciò vi convenga. Ma, vi prego, non fatelo gratuitamente. Mai! Richiedete ogni volta, anche con la persona che più avete nel cuore, richiedete sempre un prezzo. Qualunque cosa, di grande o scarso valore - meglio se grande - ma che sia in pagamento di ciò che siete disposte a dare. Perché dovete instillare nella mente dell’uomo che questa è la regola. Che d’ora in avanti dovrà pagare per soddisfare le sue brame!
Donne! Il nuovo millennio vi ha fatte libere, capaci di usare liberamente le vostre armi più affilate. Vi ha dato la possibilità di raggiungere le vette più alte, di conquistare finalmente il potere! Sì! Il mondo è vostro!
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