Il posto della mente è una piccola oasi letteraria dove possiamo andare quando abbiamo bisogno di qualcosa di diverso. Di leggere, o scrivere storie. Storie inventate, come quelle che io, da principiante, sottopongo al vostro giudizio, oppure storie vere, piccoli "frammenti di vita" che scivolerebbero immediatamente nell'oblio se qualcuno di noi non li raccogliesse.

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sabato 19 giugno 2010

Paco de Luna - Primo quadro [gianbarly] TeleCittà 6


Mi ricordai di colpo dell’appuntamento con la donna di Paco. Guardai l’orologio: ero quasi in ritardo. Mentre correvo al bar dove ci dovevamo vedere cercavo disperatamente di fare un po’ di ordine ma finii solo per maledire me stesso.
  

Lei era già dentro, ad aspettarmi. Aveva un’aria smarrita, come se invece di avermi dato lei quell’appuntamento fosse stata costretta a venire. Si sistemava continuamente i capelli e non volle ordinare nulla per se.
Io non sapevo come iniziare. Perciò restammo in silenzio per un periodo penosamente lungo.
Poi lei parlò di getto. Mi disse che aveva visto l’intervista alla televisione e che aveva preso questa iniziativa perché aveva fiducia in me.
La guardai perplesso.
“Si vede che lei è una persona intelligente – disse – e sensibile”
Fece una pausa, come per darsi coraggio
“Paco è un’artista eccezionale, come ne capitano pochi. Ha talento ma soprattutto la capacità di arrivare al cuore.”
Per la prima volta mi guardò dritta negli occhi, con una decisione che mi sgomentò.
“E lei l’ha capito!”
Detta così, sembrava quasi un’accusa.
Si chinò un poco verso di me
“Stia a sentire. Lei ha capito la grandezza di Paco, lo so, si vede! Ma nell’intervista non c’è!”
Abbassai istintivamente gli occhi, maledicendomi per averlo fatto.
Lei ora era un torrente in piena
“Paco è un tipo difficile. Lo posso dire, perché ci vivo insieme da anni! Lui lo sa bene il suo valore, la profondità della sua arte! Ma è così ritroso! Piuttosto che esporsi, preferisce restare per sempre a suonare in quel locale di terz’ordine! Dove non lo vedono che quei pochi clienti abituali!”
Mi fulminò ancora con lo sguardo
“Non mi fraintenda. Non voglio che diventi famoso, che abbia contratti o soldi a palate e tutte quelle cose lì, no!”
La mia faccia era un punto di domanda.
“Io, ecco… non voglio, semplicemente, non voglio che la sua arte, tutta la sua arte vada sprecata! Sì, questo: che vada sprecata.”
“E io…”
“Non mi giudichi male, la prego! Io vedo in lei la persona giusta, che può fare qualcosa perché questo non accada. Non le chiedo molto. Solo di non lasciar cadere la cosa.”
Rifiatò per qualche istante
“Lei ha fatto la sua intervista e l’ha passata in televisione. Ma, se mi posso permettere, in questo passaggio ha perso quello che io ho visto con i miei occhi, quando lei era a casa nostra. Ha perso la magia di quel momento. Di due persone che erano entrate in sintonia. Paco, con la sua enorme capacità, ha immediatamente compreso chi aveva davanti, cosa voleva da lui e come lo giudicava. E lei ha capito Paco, il suo carattere. Non lo ha molestato con domande idiote. E’ riuscito a farlo parlare, almeno un po’, di se stesso,e non era facile! Ma tutto questo in televisione non c’era!”
“Lo so che non è per colpa sua. Che un conto è fare il servizio ed un conto come poi viene proposto, con i tagli per farlo stare nei tempi previsti. Per questo le faccio la mia proposta: non lasci cadere la cosa. Venga ancora, una volta o due, a casa da Paco. Gli dica che deve approfondire la questione e che non sa se poi ne potrà fare un nuovo servizio. Ma venga, la prego!”

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