C’è un popolo che non fa ombre, che non produce rumori. E’ evanescente, sfugge a ogni definizione, non si riesce mai a vederlo distintamente. E’ il popolo dei Forse. Vive sulle coste, ma non si sa bene di quale Paese. In Libia, forse, o in Marocco. Qualcuno dice in Turchia, vallo a sapere. Di sicuro è un popolo numeroso, sono tantissimi, milioni forse, ma quanti esattamente non lo sapremo mai. Sono somali, sembra, oppure etiopi; siriani, pachistani, cingalesi, chi lo sa. Loro muoiono, a dieci, a cento, a mille per volta. Forse. Non è certo, non ci sono prove. Con loro gli zeri non hanno importanza. Non li possiamo contare perché la loro morte non produce cadaveri. Sono esseri schivi e preferiscono sparire nelle profondità del mare. E anche se il cadavere c’è, perché qualche volta, raramente, succede, se lasciano un corpo da analizzare, è senza documenti. Avrà vent’anni, no almeno trenta; da dove viene secondo te? Boh, forse è parente di quell’altro laggiù. La loro natura è eterea, non pesano sulla coscienza. Sono uno spezzone di film, un’immagine subliminale, buoni per un paio di frasi durante una conversazione. Non fanno del male. Eppure, anche se, forse, per la loro natura non sono pericolosi, bisogna che vi avverta: state attenti! Perché dietro questo aspetto dimesso, questa trasparenza che li rende quasi invisibili, nascondono un’insidia terribile. Si dice, ma non è sicuro, può benissimo trattarsi di chiacchere di marinaio, buone per spaventare qualche credulone, fatte con la complicità del buio e di un buon bicchiere di vino; si dice, comunque, e sono in tanti ad affermarlo fra quelli che hanno vissuto quell’esperienza, la voce quindi è degna di attenzione, bisogna insomma che ne teniamo conto e che prendiamo le giuste precauzioni per non incorrere sciaguratamente nello stesso problema! Quasi mi si incrina la voce a dirlo, ma mi devo fare coraggio, è troppo importante, tutti devono sapere. Si dice, infine, e io ci credo, che se avvicinati, a una distanza inferiore a quella solita, tale da poterci scambiare delle parole senza essere costretti a urlare, se ci si avvicina a loro quasi fino a sfiorarli, in modo da poter vedere i sussulti della loro pelle, da poter distinguere chiaramente la paura si loro volti; se si è così sciagurati da fare tutto ciò allora, forse, si dice che siano capaci di trasformarsi in esseri umani!
Il posto della mente è una piccola oasi letteraria dove possiamo andare quando abbiamo bisogno di qualcosa di diverso. Di leggere, o scrivere storie. Storie inventate, come quelle che io, da principiante, sottopongo al vostro giudizio, oppure storie vere, piccoli "frammenti di vita" che scivolerebbero immediatamente nell'oblio se qualcuno di noi non li raccogliesse.
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